giovedì 25 gennaio 2007


Sabato 19 gennaio 2007, grazie alla volenterosa collaborazione prestata dal Tommi che si è incaricato di prenotare, come da tempo nelle intenzioni "saliamo" al Miramonti di Caino BS, certamente una delle migliori espressioni della cucina nostrana intesa come bresciana.
E così è stato davvero.
La brigata di commensali era così composta: sottoscritto (Giampi) e moglie (Claudia), Alle e Tonia, David ed Ela, Luca e la Ga, Tommi e la Bea.
Facciamo una premessa, quellla che segue non vuole essere una vera e propria recensione del locale, bensì una semplice resoconto della esperienza (nel caso magnifica) vissuta: per questo motivo ci dilungheremo a parole ma non in immagini, in particolar modo non riprodurremo le fotografie dei piatti (pratica invalsa oramai presso presso chi viceversa intenda dare un approccio "scientifico" alla propria recensione), non ritenendole pertinenti con lo spirito del blog.
Ciò detto scendiamo ai dettagli, partendo da quelli pratici per giungere a quelli più gustosi.
Saltando a piè pari le informazioni riportate nel biglietto da visita, diciamo che il ristorante è facilmente raggiungibile percorrendo la strada statale per le Coste di S. Eusebio e che sale da Nave BS: il Miramonti si trova dopo qualche Km dall' abitato di Caino BS.
L' edificio che ospita il ristorante (con ampio parcheggio esterno) è gradevole, sia all' esterno che all' interno: ciò che forse tradisce un poco l' anzianità dello stesso sono i bagni, puliti ma in puro stile anni 70.
La sala che ospita i tavoli si presenta rustica ma curata, con i tavoli stessi sufficientemente distanziati.
E' sabato sera ed il locale è affollato con clientela variegata (dalle compagnie alle coppie), tuttavia la conversazione non si fa mai difficoltosa come talvolta accade in luoghi affetti da una acustica particolare.
Dopo esserci sistemati ecco che il Mario Piscioli viene al nostro tavolo per raccogliere la comanda dopo aver esposto a voce il menu (forse troppo ampio per essere esposto solo a voce, ma al Miramonti va bene senz' altro così).
Noi uomini (alla fine ci si divide sempre in questo modo) optiamo tutti l' antipasto caldo consistente in polentina taragna davvero sublime, cotechino al cucchiaio indimenticabile, lumachine in umido e polenta abbrustolita con la salamina.
Come si può constare si tratta di un antipasto decisamente vigoroso, che ci ha lasciati estasiati, tanto più che le porzioni non sono certo lesinate, anzi il gentilissimo personale di sala è più volte passato e ripassato per chiedere se ancora ne volessimo.
Dimenticavo il vino: a tavola avevamo un Terre di Franciacorta Rosso 2003 (di cui ahimè non ricordo l' etichetta) ed un Chianti Fassati 2004, entrambi gradevoli (da campanilista come sono preferivo il Terre di Franciacorta-ndr).
Le donne hanno in parte optato per l' antipasto freddo consistente in un carpaccio a loro detta molto buono a cui tuttavia non abbiamo prestato grande attenzione sublimati come eravamo da polenta taragna e cotechini...
Sui primi la scelta è caduta sulla star di casa, ovverosia il risotto ai formaggi dolci.
Per chi scrive si è trattato di una esperienza davvero notevole: il riso era a mio personale avviso pefettamente cotto (al dente) e mantecato, mentre i formaggi davano un sapore ed una cremosità assolutamente notevole.
Qualcuno ha obiettato come il riso fosse forse troppo al dente, ma nel complesso è piaciuto assai.
Sui secondi si sono manifestati i primi (pardon per il gioco di parole) "caduti" causa incipiente sazietà (del tutto comprensibile): i più hanno saltato a piè pari, qualcuno si è rifugiato su di un onorevole "orologio" di formaggi (grandiosa la formaggella, intenso quanto cremoso il gorgonzola, ottimo anche il taleggio, assolutamente strepitoso il bagoss di cui parleremo più approfonditamente poco oltre), mentre i due temerari hanno optato per il capretto alla bresciana con polenta e patate (Alle) - a detta dell' interessato davvero molto valido - e costolette di agnello (se non vado errato) impannate-si dice così- (il Tommi), anche queste molto buone sempre a detta del medesimo.
Anche in questo caso porzioni "degne", non so se mi spiego...
Nel frattempo giungeva al tavolo anche un assaggio di bagoss (il noto formaggio di Bagolino), prodotto di cui personalmente non vado pazzo, tuttavia questo era davvero gustosissimo (si trattava di un 24 o 36 mesi, non ricordo con esattezza) e profumatissimo anche al naso: evidentemente il Mario Piscioli deve avere i suoi fornitori di riguardo...
Capitolo dolci.
Anche qui la scelta non poteva non cadere sulla star di casa: il gelato alla crema servito o con cioccolata calda ovvero con macedonia di frutta.
Malgrado gli stomaci assolutamente "provati" nessuno ha avuto la malaugurata idea di sottrarsi al gelato alla crema (forse Tonia non l'ha preso, o la Ela, boh): ebbene anche nel gelato il Miramonti ha confermato le ottime credenziali essendo lo stesso assolutamente gustoso, cremoso, e preparato senza lesinare sugli ingredienti (posso dire uova in particolare).
Davvero notevole.
Buona anche la piccola pasticceria ("coccole" potrei dire parafrasando il ViaggiatoreGourmet), fresca, assortita e gustosa, giunta al tavolo senza che nessuno la chiedesse, evidentemente compresa nel servizio.
Conclusione degnissima di cotanta esperienza il caffè, buono (ah povero Tom), e distillati (chiedo venia ma proprio non ne ricordo il nome) portati al tavolo, nella fattispecie una grappa da me appena assaggiata dato l' imminente viaggio in auto per il ritorno a casa; comunque buona, senza raggiungere vette eccelse.
Eccoci giunti alla fase più "dolorosa" di ogni esperienza enogastronomica: il conto.
Presto detto: 45€ a testa, somma in sè non trascurabile, tuttavia ad avviso di tutti meritatissima e comunque adeguata al livello delle portate (sia per qualità che, ricordo, per quantità, elemento quest' ultimo affatto trascurabile se, come noi, si è buone o forse ottime forchette) sia per la cortesia e presenza del servizio (un plauso al personale di sala, mediamente assai giovane eppure gentile e discreto) sia infine al vino degustato (alla fine ci hanno lasciato tre bottiglie di Chianti, tre di Terre di Franciacorta ed un Muller Thurgau).
Concludiamo non con un voto, che pure non sarebbe nello spirito di queste righe, bensì con un apprezzamento: il Miramonti è senz' altro un indirizzo da tenere in debita, debitissima considerazione qualora si desideri una tavola "alla bresciana" di qualità assoluta con un rapporto qualità prezzo assai valido (andando in due o quattro persone, senza lasciarsi trascinare dalla compagnia, c'è sicuramente modo di spendere anche meno...).

1 commento:

Tom ha detto...

Cosa dire... complimenti per il resoconto!! essenziale ma al contempo esauriente.
Riguardo al ristorante... vale sempre la pena fare qualche chilometro per essere così coccolati.
Ciao